I Consorzi di bonifica della Campania riuniti a Napoli per l’emergenza climatica

Ruolo e funzione dei Consorzi di bonifica e irrigazione alla luce dei cambiamenti climatici in atto, con in evidenza la struttura ed il lavoro svolto dagli enti in Campania, una finestra sul valore economico, sociale e ambientale della dell’agricoltura irrigua e in più uno spaccato su quelli che saranno gli utilizzi delle acque dell’invaso di Campolattaro, completamento del quale è l’opera più importante in Campania del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non solo: in Campania i Consorzi di Bonifica e Irrigazione hanno costruito un modello avanzato di irrigazione sostenibile, puntando su alta tecnologia che sono in grado di esportare in Australia.

E’ quanto emerso ieri – 18 maggio 2022 – a Napoli nel Palazzo della Borsa durante l’evento “Il dovere di praticare la sostenibilità – I Consorzi di bonifica e la sfida della transizione ecologica per superare l’emergenza climatica” organizzato dall’Anbi Campania in occasione del centenario del Convegno delle bonifiche venete del 1922 di San Donà del Piave, quando esperti e politici del tempo codificarono per l’Italia le basi tecniche e normative della “bonifica integrale” – ovvero il riuso irriguo delle acque in eccesso, che sin da allora offriva il doppio vantaggio di recuperare all’agricoltura zone altrimenti acquitrinose e paludose e risorse idriche diversamente non disponibili.

Nella relazione sullo stato dei Consorzi di bonifica in Campania, il presidente Anbi Campania, Vito Busillo, che ha ricordato i numeri regionali, dove i territori interessati dalla bonifica coprono oltre il 60% della superficie per circa 900.000 ettari su un totale di 1.367.100. Inoltre, nelle aree di pianura una superficie di circa 286.000 ettari è servita da opere di scolo – realizzate e gestite dai Consorzi – e di questi oltre 16.000 ettari sono influenzati dal livello del mare e richiedono il sollevamento meccanico con impianti idrovori. Mentre ben 100mila ettari vengono irrigati. Busillo ha sottolineato come esista un “assioma netto tra agricoltura di qualità ed efficienza dei Consorzi di bonifica”.

”I sistemi di irrigazione nella nostra regione – ha sottolineato Busilllo – sono tra i più innovativi in assoluto, sistemi intelligenti 4.0, e sono gemellati con la stessa agricoltura 4.0 e ci proiettano nel futuro. La Campania oggi può puntare sulla sostenibilità con il risparmio idrico, ma non solo. Il consumatore oggi richiede prodotti sostenibili oltre che di qualità e i prodotti che provengono da un’agricoltura irrigua sostenibile vanno incontro a questa richiesta del consumatore”.

Il  presidente di Anbi Campania ha ricordato infine che concorrono alla gestione del territorio anche altri enti e che per quanto attiene la bonifica occorre sbloccare l’iter della legge regionale di riforma, che deve meglio inquadrare il ruolo di tutti gli enti.

Dopo i saluti istituzionali di Ciro Fiola – presidente della Camera di Commercio di Napoli, è brevemente intervenuto il deputato Pasquale Maglione della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. “Ho scoperto la realtà di efficienza dei Consorzi di Bonifica della Campania, io che ero molto scettico – ha detto – ricordando l’importanza strategica che avrà l’ultimazione delle opere di adduzione del bacino di Campolattaro, “Opera importante per il Paese, alla quale il Governo sta dando un contributo importante con il Pnrr.

Ha preso la parola Massimo Gargano, direttore generale Anbi, ricordando il ruolo di personaggi della caratura di Don Luigi Sturzo, durante il Covegno di San Donà del Piave, che diede le linee guida per l’azione di bonifica integrale “Il Paese oggi come allora doveva crescere – ha detto – Oggi l’emergenza è l’alternarsi di siccità frequenti a periodi di piogge molto intense. Occorre rilanciare l’attività con interventi sostenibili. I costi energetici stanno mettendo il Paese fuori dalla competizione. “Quanta acqua in più sarà raccolta dal Piano Laghetti proposto da Anbi e Coldiretti? Almeno 1 miliardo di metri cubi ad uso multifunzionale: per l’agricoltura, l’ambiente, la produzione di energia rinnovabile, la fruizione sociale e, alla bisogna, anche per il potabile.” Ha infine concluso il direttore Gargano.

Su “Il ruolo dei Consorzi di bonifica nell’agricoltura in Campania” ha preso la parola Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania “Tra i consorzi c’è ancora qualcosa che non va , ma che non giustifica una visione negativa generalizzata che va superata – ha affermato Caputo. “Regione Campania sta studiando anche nuovi compiti per i consorzi. Con la rivoluzione energetica, di cui la Campania è Regione Pilota, il progetto di legge regionale viene condiviso con i Consorzi”. E infine “Occorre spingere sul disegno di legge regionale perché i Consorzi possano diventare degli enti strumentali in grado di rafforzare la nostra agricoltura”.

A Fulvio Bonavitacola, vice presidente della Regione Campania con delega all’ambiente il compito di relazionare su “La bonifica moderna per la difesa e lo sviluppo sostenibile del territorio” Bonavitacola ha ammonito “Non lasciamoci suggestionare dal Pnrr” Il  Fondo di esprimendo dubbi sul funzionamento della perequazione Nord Sud sulle infrastrutture. Il vicepresidente della Regione Campania ha sottolineato la necessità di rivedere la Legge 4 del 2003 che “va ristruttura in profondità, anche affidando agli enti altre mansioni, come lo smaltimento dei reflui agricoli e la produzione energia da fonti rinnovabili” Va fatto un salto di qualità. E ha apprezzato il Piano invasi.

Bonavitacola sul bacino di Capolattaro ha chiarito come la Regione Campania ha inteso procedere. La Campania deve recuperare 6000 litri al secondo. Ben 3000 litri al secondo verranno da Campolattaro e altri 3000 da perdite sanate. “Il Pnrr mette solo 208 milioni di euro, ma costa di più e il resto dei soldi sono fondi strutturali della Regione Campania – ha affermato.

Bonavitacola ha ancora detto: “Ma per il costo complessivo dell’opera si arriva ad un miliardo di euro e mancano 450 milioni. Ecco perché Regione Campania ha dato priorità alla esecuzione delle opere di adduzione verso l’idropotabile”. Pertanto l’opera sarà completata con i fondi strutturali della prossima programmazione.

Su “Bonificatori del Bel Paese” ha offerto un interessante spaccato storico della bonifica, Emilio Sarli del Consorzio di bonifica del Vallo di Diano e Tanagro, ricordando l’attualità del concetto di bonifica integrale, che raccoglie i concetti di bonifica civile, idraulica e agraria. Sarli ha anche sottolineato come oggi i Consorzi di bonifica si occupano della tutela delle zone umide.

A Teresa Del Giudice, docente di economia ed estimo rurale presso il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II il compito di ricordare “Il valore economico, sociale e ambientale dell’agricoltura irrigua nel futuro del settore primario”. La docente ha messo in evidenza come il 60% dell’agricoltura italiana è irrigua e deve raccogliere la sfida di abbattere i costi ambientali della produzione agricola con l’applicazione delle strategie del Farm to Fork e del Green Deal. Il tutto in uno scenario profondamente mutato dalla Guerra e dal Covid, che hanno ridisegnato una nuova globalizzazione, ancora in parte da elaborare. L’agricoltura sarà obbligata anche in questa occasione storica ad innovare. Perché la produzione di cibo è insostituibile. E l’economia circolare sarà la chiave del successo.

Mentre sul tema “I Consorzi di bonifica e la tutela dell’ecosistema e delle biodiversità” è intervenuto il deputato Paolo Russo, che ha sottolineato quanto siano strategici gli investimenti nel settore dell’adduzione idrica in favore del settore agricolo. Russo ha ricordato come il Pnrr riserva almeno 40 per cento delle risorse economiche al Sud. Ma nel Mezzogiorno ci sono fondi strutturali non spesi per 12 miliardi 2014-2022. Sulle formule per recuperare i ritardi, il deputato Russo ha citato i Contratti istituzionali di sviluppo, sul modello di Terra dei fuochi. Non solo, per Russo è al ministero per il Sud è allo studio un Cis per l’acqua nel Mezzogiorno nel quale “Sono certo che i Consorzi di bonifica saranno in grado di raccogliere la sfida con progetti specifici”.

Sull’importanza de “La gestione dell’irrigazione collettiva nell’era dell’Agricoltura 4.0” è seguito l’intervento di Guido D’Urso docente di idraulica al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. D’Urso ha ricordato il ruolo dei Consorzi di bonifica della Campania nello sviluppo di una moderna contabilità dell’acqua con il programma di Regione Campania Irrisat, grazie al quale vengono comparati i consumi di acqua stimati via satellite con quelli misurati nelle aree irrigue campione dagli enti, in modo da ottimizzare l’utilizzo della risorsa e rendere l’irrigazione sostenibile. Tale sistema Anbi Campania e i Consorzi stanno esportando in Australia grazie al progetto europeo COALA. 

Ad Alfonso Celotto del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tre, il compito di ricordare “La legislazione attuale in tema di bonifica”. Celotto ha ricordato che con la recente modifica della Costituzione , che ha introdotto il tema dell’Ambiente, è stato inserito il diritto delle future generazioni alla gestione sostenibile – economica e ambientale – delle risorse ambientali. Un elemento che sottolinea e rilancia l’azione dei Consorzio anche in questo ambito.

Conclusioni affidata al presidente nazionale Anbi Francesco Vincenzi, che ha sottolineato come le sfide da affrontare le vince il Paese unito, con i Consorzi di bonifica che sono il più grande ufficio di progettazione a disposizione della collettività. Vincenzi ha affermato la necessità di attuare il Pnrr mediante progetti in grado di rendere un servizio all’agricoltura e ai cittadini, perché mettere a coltura più terreno oggi a riposo, come pure consentito dalle norme europee, ma senza disporre di risorse irrigue adeguate, rischia di essere vano.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui